Tutti li vogliono, tutti li boicottano. Sono i superstar, cioè quei tipi psicologici che spesso sono appositamente selezionati dalle organizzazioni, ma che al contempo si trovano a subire, a causa della loro elevata efficienza, socialità e creatività, invidie e ostacoli da parte di capi e colleghi. Le strategie giocate contro di loro - spesso attraverso dinamiche inconsce - sono la reazione antielitaria (interferenze e boicottaggi da parte dei colleghi), la magia del management (il capo che si "libera" della superstar scomoda negandone la necessità e isolandola) e la caccia al colpevole (se non si risolve un problema, invece di ragionare sul'effettiva capacità di affrontarlo si a cercare quel qualcosa o "qualcuno" che l'ha fatto andar storto, per dimostrare ancora una volta che la superstar non era necessaria).
Ci sono però diversi tipi di superstar. Quelli "veri" si configurano come eccellenze mature e sane, altri sono distorsioni in negativo dell'eccellenza, rappresentando una sorta di superiorità nevrotica. Per loro Allcorn propone delle interessanti metafore astronomiche.
Per il tipo Pulsar la superiorità è una forma di rivincita. La stella dal battito intermittente è stata scelta per simboleggiarne l'implosione. Orgoglioso quando non arrogante, così autocentrato da esser sempre convinto di essere dalla parte della ragione, è continuamente in competizione con gli altri. Nei racconti di vita dei Pulsar ritroviamo una "figura paterna autoritaria e punitiva, critica e svalutativa", addirittura rifiutante ed escludente, che porta l'individuo ad assumere la logica del "vincitore-perdente", segretamente in attesa di ripagare gli altri con la stessa moneta. Una ricerca del successo che avviene attraverso il conflitto, che porta l'individuo, nell'ambito lavorativo, atteggiarsi in modo paternalistico-manipolativo, intransigente al massimo verso chi non ne riconosce la superiorità.
Il perfezionismo è il "marchio" del Supernova: l'espolsione di enorme potenza della stella rimanda ai risultati ineccepibili che questo tipo intende garantire. E li garantisce attraverso un'incredibile zelo, e il continuo controllo di sè e degli altri. Il vissuto di questi soggetti è stato solitamente segnato da figure parentali che li oberavano di richieste al di là delle loro effettive possibilità. Cosa che li porta adesso a enormi sacrifici - "impagabili" - a livello lavorativo: nessuna forma di gratitudine è per loro mai abbastanza. La mancata approvazione del suo lavoro espone il Supernova ad una crisi esplosiva, che tratterrà difficilmente irritabilità, ostilità e collera e porterà all'accumulo di compitisempre più difficili e impegnativi, con conseguente dilatazione dei tempi di laoro.
Il Buco Nero esprime la sua superiorità attraverso il ritiro. E' una metafora complessa, che indica contemporaneamente un'energia potentisima e una "regione oscura e incognita". Questi soggetti soffrono moltissimo della dinamica dipendenza/indipendenza: a loro non importa veramente dimostrare la propria superiorità, ma "dominare completamente la propria superiorità", sottraendola al dominio, controllo o utilizzo altrui (ragion pr cui non riescono a lavorare in situazioni che implicano "intrusioni" da parte di terzi o limitano la loro capacità di controllo). Nel vissuto di queste persone timorose dalla strumentalizazione ci sono figure genitoriali esasperatamente soffocanti, possessive e soverchianti, accettabili solo attraverso l'interiorizzazione; l'unico modo per pareggiare i conti è allora "riprendersi", in maniera atrettanto pervasiva, il controllo di sè e della situazione (non senza un vissuto di colpevolizazione tipico di chi si "sottrae al controllo").
La Gigante Rossa è scelta come metafora del narciso: un individuo così insicuro delle proprie doti e capacità, colle quali vorrebbe sempre stupire gli altri ed essere sempre al centro dell'attenzione. Per questo cerca di dimostrare che le sue prestazioni sono frutto di doti "naturali", di "doni" particolarissimi; la caratteristica tipica della stella, l'aver cioè uno spello involucro gassoso che la circonda gonfiandone oltremodo le dimensioni rende benissimo l'idea del lavoro di fantasia di un sè "grandioso e debordante", che non teme ma anzi desidera l'invidia altrui. La ferita narcisistica subita in passato da questi individui, cresciuti con figure parentali lontane e "distratte", viene curata adesso attraverso la rivalsa. Il soggetto, che ha un esasperato bisogno di contare su una grande quantità di relazioni sociali, cerca di controllarne manipolativamente l'approvazione, e a tal fine cerca di assumersi, in ambito lavorativo, compiti se possibile sempre più gravosi se non impossibili.
La Nana Bianca, la piccola stella prossima a spegnersi, rappresenta infine il profilo della dipendenza. Non vuole assolutamente eser notata per la propria superiorità, che viene invece deflazionata normalizzata e restituita agli altri. Il suo problema è la sostanziale incredulutà dinanzi alle proprie capacità. Il tipo Nana Bianca in questo modo evita - cortesemente - non solo i contrasti e le invidie, ma anche l'assunzione di grandi responsabilità. Il vissuto depressivo delle proprie capacità è solitamente riconducibile, per questi casi, a figure di riferimento fredde in conseguenza, per così dire, di una certa loro superiorità che, ereditata dal Nana Bianca, l'ha esposto a un peso eccessivo e alla dipendenza - di cui non si riesce a liberare - da quelle stesse figure. Incapace di essere sè stesso, questa tipologia di lavoratore è vocato all'invisibilità: servizio, collaborazione non competitiva, sostegno senza imposizione, rsponsabilità senza autocentratura.
Ci sarebbero poi altri "tipi minori": il superstar-neutrino, il superstar-vento solare, il superstar-sistema stellare binario...
Il consiglio è, per chi si occupa di selezionare il personale, di imparare a identificarli e, se già presenti nell'organizzazione, a distribuirli. La loro compresenza in ufficio porterebbe probabilmente a delle Guerre Stellari !!!!!
[Per saperne di più, leggete La vita organizzativa. Difese, collusioni e ostilità nelle relazioni di lavoro di Gian Piero Quaglino (Cortina Raffaello Editore, 2004, per questo argomento in particolare il Cap. 8) o, se avete poco tempo, date un'occhiata a questa presentazione ]
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5 commenti:
Ciao Julie,
ho dato anche uno sguardo alla presentazione, vincendo lo scetticismo che ho di fronte a queste categorizzazioni.
Una domanda: che tu sappia, tali approcci vengano veramente usati nella vita pratica di manager & co? E funzionano?
A presto
Stefano
Ciao Stefano. Sì in realtà era un "assaggio" a titolo di curiosità, la presentazione era solo per farsi un'idea; comunque diciamo che le grandi aziende di solito si avvalgono di psicologi del lavoro per selezionare le persone proprio in base ai criteri del libro (o ad altri molto simili)dopo ovviamente aver valutato gli altri requisiti specifici. Selezioni del genere vengono fatte alle volte anche per partecipare ad alcuni importanti master universitari e in altri contesti in cui sia importante comporre un team lavorativo capace di lavorare a lungo e "sotto pressione". Tieni inoltre presente che questa classificazione non ti dice "chi sei" come persona nel complesso, ma come ti comporti nel contesto lavorativo (che è solo una parte della personalità). Sul fatto che funzionino: se la persona che hai davanti è in gamba e sa interpretare le dinamiche regressive di chi ha davanti, dovrebbero. In realtà anche il manager dovrebbe studiarsi un pò di psicologia delle organizzazioni, perchè non si tratta solo di formare il team vincente, ma anche di saperlo portare avanti.
Ciao ;-)
ps : a titolo di esempio, alcune organizzazioni per selezionare i candidati prima valutano i titoli, fanno un primo colloquio individuaale sulle motivazioni e succesivamente organizzano una serie di giornate di lavoro di squadra sotto losservazione di alcuni psicologi del lavoro. In ogni giornata viene assegnato un obiettivo di gruppo, e i candidati - solitamente divisii in piccoli gruppi - vengono osservati nel modo di rapportarsi agli altri e di parlare. Quelli che "non vanno bene" vengono eliminati un pò per volta e alla fine rimangono i candidati "ideali", che in teoria dovrebbero essere autorevoli senza essere autoritari, dire la propria senza soverchiare gli altri, coinvolgere il resto gruppo senza escluder nessuno nè farsi da parte, saper prendere le decisioni migliori al momento giusto senza perdere il controllo di sè e della situazione ecc...
Metafora un po' romantica ma contenuti in cui ritrovo gran parte di quello che effettivamente succede in una grande azienda. Non so se la mia esperienza può essere utile, nel caso scrivetemi pure una mela (e-mail) :)
ciao!
È un fatto di linguaggio! Mentre alcune discipline hanno troppo pochi termini, come la matematica, alcune discipline lottano per trovare delle parole e delle definizioni adeguate...
Affascinante!
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