venerdì 24 aprile 2009

La societá dell'immagine

Tempo fa ho seguito un simposio, e uno dei relatori era canadese. Questi, iniziata la sua presentazione, dopo due minuti tira fuori dei fimati realizzati al computer con delle simulazioni tutte colorate di neuroni che scaricano potenziali d'azione, ed eccolo zoommare qua e là, mostrare un trasportatore cellulare forgiato come una ruota che gira (velocitá variabile a seconda dei farmaci somministrati al neurone!), oppure un recettore con simpatiche buche in cui si infila il neurotrasmettitore. Roba da Superquark.
In quel momento ho dovuto dar ragione al mio amico Lap(l)aciano e al suo odio per la pubblicitá scientifica.
Infatti sono certo che se fossi stato a occhi chiusi avrei capito molto di piú di quel seminario. Le animazioni catturavano troppa attenzione!

La nostra coscienza non ha molto spazio. Le cose a cui possiamo prestare attenzione in maniera cosciente sono poche. Nel caso del seminario, era per me - come per molti in platea - impossibile seguire il relatore con tutto questo "rumore" sensoriale. Tecniche del genere sono proficue se il discorso è fatto lentamente e in modo divulgativo, e lo scopo è interessare e motivare la platea. Superquark, appunto. O una lezione di liceo. Ma non un seminario per i dottorandi. Noi vogliamo ipotesi, dati e discussioni. E li vogliamo senza che ci si nasconda dietro ai cartoni animati!!

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